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Buon vicinato e informazione ‘iperlocale’

L’altro giorno leggevo questo articolo su Repubblica. A dire il vero mi è sembrato un po’ buffo e anche tecnicamente discutibile (l’hidden SSID è usatissimo dai nerd). Ciò che l’articolo tentava di elaborare è un concetto del tipo ….. ‘incentivo alla socializzazione’ mediato dagli hot spot ADSL. Roba forte :)

La realtà nel nostro paese è un’altra. I router sono criptati, paradigmi come FONERA non decollano, se si può si scrocca dal Wi-Fi pubblico e non parliamo di adsl condominiali, per carità. Quasi impossibili da realizzare per 1000 ostacoli relazionali e culturali. Insomma si tende ad isolarsi e a chiudersi nella reta fisica per poi aprirsi in quella sociale. I social network appunto. Dunque piattaforma chiusa e sistema conversazionale aperto.

Mah! Mi restano seri dubbi. E infatti la partecipazione non decolla.

Che sia un problema di confini? Di grandezze? Di perimetri?

Stamane il mio sistema di alerting sulle menzioni in rete, mi segnala che alcune mie foto scattate al Getty’s Museum, sono apparse su un sito di Brentwood a Los Angeles. Provo ad indagare e mi ritrovo su sito di un servizio sul quale mi ero affacciato alcuni fa, quando era poco più di una scommessa. Everyblock: http://www.everyblock.com/, da qual che leggo ora, è diventato proprietà della NBC Universal e scopro che è notevolmente cambiato, evolvendo non poco da quel che ricordavo nel 2009. Provando a curiosare e a capire il paradigma di fondo, improvvisamente mi si ribalta tutto ciò che ho appena sostenuto, ovvero: il buon vicinato sul web può essere un valore da coltivare.

Everyblock: http://www.everyblock.com/ è ora un social network dedicato ai rapporti fra vicini di casa o persone che vivono in una stessa area (da qui i blocks). Il servizio copre solo alcune città americane e non ha dalla sua i grandi numeri come Facebook o Twitter ma alcune caratteristiche interessanti rivelano che potrebbe diventare una piattaforma di riferimento a metà fra il ‘civic hacking’ e il magazine di informazione ‘iperlocale’.

La mission sembra chiara: ‘Our goal is to help you be a better neighbor, by giving you frequently updated neighborhood news, plus tools to have meaningful conversations with neighbors’ e ancora ‘EveryBlock is a combination of many different types of local news — from public records like crime reports, to neighbor discussions, to photos people have taken in your neighborhood

Ora, tornando ai miei recenti ragionamenti su Liquid feedback,  Hurban Hacking  e città più o meno intelligenti, mi chiedo se una piattaforma dove si riesca ad ibridare tutto ciò che interessa a livello di ‘prossimità’ sia l’unico volano per stimolare la partecipazione. Ok, ok, la piattaforma è il mezzo e non il fine, lo so, ma l’assunto: ‘building permits, crime reports, restaurant inspections and more. In many cases, this information is already on the Web but is buried in hard-to-find government databases. In other cases, this information has never been posted online, and we’ve forged relationships with governments to make it available‘ mi intriga, come mi intriga la content curation collettiva: ‘any time your neighborhood is in the news, we’ll let you know about it. Every day, throughout the day, we read through your city’s mainstream media outlets, community weeklies, neighborhood blogs, discussion boards and let you know when your neighborhood was mentioned‘.

Bella ibridazione vero? Dunque ricapitoliamo con gli ingredienti: CIVIC HACKING, CONTENT CURATION, NEWS IPERLOCALIZZATE, CONVERSATION. Forse manca un po’ di gaming e poi siamo difronte alla metafora della partecipazione a 360 gradi. Sperando sia tutto utile per la città intelligente che verrà.

p.s. questo post è la coda naturale alla chiaccherata di mercoledì scorso a Bologna: La strada verso la open city


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